Come nasce ada: 10 domande al titolare


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                   10 DOMANDE AL FONDATORE DI

ADA - TRASPORTO E ASSISTENZA FAMILIARE

Il Trasporto sociale costituisce un fondamentale servizio di facilitazione della mobilità di persone prive di un’idonea rete familiare di supporto e non in grado di muoversi in modo autonomo.  Infatti la Regione Toscana ha inserito nel "nomenclatore sociale" il trasporto sociale come mezzo di trasporto "pubblico o privato" volto a garantire lo spostamento di persone a ridotta mobilità.

LOGO ADA orig 3.pngGiacinto Tufaro

 

§  Come e quando hai iniziato a fare questo lavoro?

Dopo essere andato in pensione, nel 2018, ho frequentato un corso bandito dalla Regione Toscana per acquisire competenze specifiche nell'assistenza domiciliare e accompagnamento di persone con problemi motori.

§  Quindi?

Ho investito nell'acquisto di un mezzo attrezzato per il trasporto di persone con limitata autonomia personale

§  Quali sono le difficoltà che hai incontrato ?

In effetti qualche problema  mi si è presentato; ho riscontrato che il servizio che intendevo svolgere, all'amministrazione pubblica non risultava negli elenchi da autorizzare a privati, in quanto già svolto dal terzo settore . Dopo mie insistenze e legislazioni alla mano, hanno riconosciuto  che anche ai privati venisse riconosciuto operare in questo settore, perché la competenza acquisita aveva un carattere professionale.

 §  Quali competenze e autorizzazioni servono, dove operi e a chi ti rivolgi?

Questo servizio viene svolto come operatore individuale professionale, con veicolo collaudato Mot. Civ. e adattamenti speciali per persone non deambulanti, viene autorizzato a transitare in ZTL e corsie riservate, è erogato in forma privata, da persona qualificata e giuridicamente autorizzata, con P.IVA e posizione INPS, non necessita di patenti tematiche e di registri camerali, interviene su tutto il territorio nazionale, ma in presenza di convenzione pubblica, in ambito regionale che ti accredita, ed è rivolto ad anziani, minori e disabili, per raggiungere agevolmente luoghi di cura, di lavoro, centri diurni, strutture sanitarie, scolastiche, eventi ludici/ricreativi e ritorno.

 §  Cosa ti ha spinto a fare questo lavoro?

Innanzitutto la figura del pensionato che va ai giardini o a curiosare i lavori stradali o guardare la TV sdraiato sul divano mi preoccupava, insomma cercavo un impegno per continuare a essere attivo.

§  Quale è stato il tuo percorso per inserirti a fare questo lavoro?

Nel 2017 era l'anno in cui mi preparavo a uscire, da li a poco, dal mondo lavorativo. Ero in cassa integrazione ed ho approfittato per frequentare un corso che mi abilitasse professionalmente per rendere il mio futuro pensionistico utile e impegnativo.

§  Cosa significa per te fare assistenza e accompagnamento a persone con ridotta mobilità?

A questa domanda rispondo  con molta franchezza: ho unito l'utile al dilettevole. Le famiglie e le persone con ridotta mobilità trovano un riferimento alle loro esigenze, alzarmi la mattina per aiutare i più deboli, e sapere di essere utile e impegnato mi fa stare meglio  sotto ogni punto di vista.

§  Chi devi ringraziare

La mia indole caratteriale e una buona dose di coraggio che mi ha sempre accompagnato. Errori ne ho fatto ma ho sempre recuperato. Non rinnego il passato ma se nascessi di nuovo il mio lavoro sarebbe questo.

§  Consiglieresti questo lavoro e a chi

E' un lavoro che consiglio a quei pensionati intraprendenti che non si arrendono, ma soprattutto ai tanti giovani che cercano una occupazione: è un lavoro libero, che si gestisce con poco investimento ma che rende la giornata piacevole anche dal punto di vista economico.

§  Come vedi il tuo mondo fra 10 anni

Ho 72 anni, spero di andare oltre certi limiti, ma è nell'associazionismo culturale, finalizzata al raggiungimento di un servizio più capillare sul territorio, che la soluzione può concretizzarsi un futuro in questo settore. La crescita delle esigenze di mobilità delle  persone con disabilità che ho avuto modo di verificare in questi anni, rappresenta un indicatore dinamico e positivo di sviluppo sociale e lavorativo; farsi carico di istituire una struttura  specifica per queste finalità è un progetto realizzabile che un giovane non può ignorare. La definizione e compiti di tale struttura, dovrà esprimere un’articolazione secondo interessi sociali volti ad agevolare la viabilità delle persone svantaggiate e garantire un aiuto concreto alle loro famiglie.